“N poc a prùn”
L’attuale momento storico non porta con sé “solo” una gravissima emergenza sanitaria, bensì mette in ginocchio persone che prima camminavano con le proprie gambe senza aver mai avuto bisogno di rivolgersi ad aiuti esterni. Chi prima riusciva a vivere dignitosamente grazie a lavori anche saltuari o stagionali – presso i mercati rionali, i parchi di divertimento, piccoli teatri e altre realtà similari – ora non è più in grado di provvedere neppure ai propri bisogni primari.
Sull’esperienza del primo lockdown la Mensa del Sacro Cuore ha suddiviso il servizio in più modalità, vale a dire il pranzo da asporto per chi si reca fisicamente alla mensa, la consegna a domicilio per le persone in isolamento o a rischio e il servizio ai tavoli. Questa decisione è dovuta a una conseguenza molto triste della pandemia in atto e di cui forse si parla molto poco, la solitudine. A volte il ricevere un pacco alimentare fermandosi a raccontarsi poche cose dietro una porta è l’unico momento di relazione che si può avere; e lo stesso vale per la scelta di continuare a far accomodare gli ospiti al tavolo per consumare il pranzo. Infatti, molti di loro avrebbero come alternativa un pasto privo di dignità su una panchina o su un marciapiede. L’aver organizzato una mensa all’aperto – con tutte le precauzioni del caso – consente loro di pranzare seduti a un tavolo e in compagnia di qualcuno con cui scambiare qualche parola.
Per chi non ha scuola
Il progetto intende portare un aiuto concreto ed efficace ai bambini della zona di Porta Palazzo (Torino), per impedire l’abbandono scolastico e favorirne l’integrazione sociale, strappandoli al coinvolgimento nella criminalità.
Il divario già esistente tra bambini che vivono in contesti sociali molto diversi tra di loro si è oggi acutizzato al punto che, in mancanza di un pronto intervento, per una parte di essi la condizione di “resa” è alle porte.
A questo fine il progetto si propone di muoversi su due linee di azione: fornire gli strumenti per un adeguato accesso alla didattica a distanza e realizzare attività di supporto educativo con il coinvolgimento di educatori professionali e volontari. In entrambi i tipi di intervento è prevista la presenza attiva dei soci rotariani dei club partecipanti al progetto e dei giovani dei Rotaract che hanno aderito all’iniziativa.
Il progetto si realizza nell’ambito delle iniziative del Sermig, che si rivolge in particolare ai bambini e ai ragazzi appartenenti a famiglie particolarmente disagiate.